[Duathlon Sprint] - CAMPIONATO ITALIANO DUATHLON - Riccione - Sabato 18 Marzo 2017 - CAMPIONATO SOCIALE
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Marco Poggi
Mauriziopesci
GADDONI PAOLO
Pietrop70
Franco Marzetti
ATTOLO15
GiacomoMagnani
dani99
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Paco
14 partecipanti
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[Duathlon Sprint] - CAMPIONATO ITALIANO DUATHLON - Riccione - Sabato 18 Marzo 2017 - CAMPIONATO SOCIALE
PROGRAMMA:
08.00 – 09.30 APERTURA ZONA CAMBIO DONNE (Parcheggio tra Via Vespucci e Via Colombo – Area Luna Park)
10.00 START CAMP. ITALIANO ASSOLUTO DUATHLON SPRINT – DONNE
11.30 – 13.30 APERTURA ZONA CAMBIO UOMINI (Parcheggio tra Via Vespucci e Via Colombo – Area Luna Park)
12.00 APERTURA PASTA PARTY
14.00 START CAMP. ITALIANO ASSOLUTO DUATHLON SPRINT – UOMINI
17.00 PREMIAZIONI CAMP. ITALIANO ASSOLUTO DUATHLON SPRINT – DONNE/UOMINI (Pala Terme)
COSTO ISCRIZIONE: 40 € (Juniores: 15€)
CHIUSURA ISCRIZIONI gestite dalla società: Mercoledì 1 Marzo
(Dopo questa data, chi vuole iscriversi lo deve fare singolarmente)
Indicare numero progressivo, nome e cognome.
08.00 – 09.30 APERTURA ZONA CAMBIO DONNE (Parcheggio tra Via Vespucci e Via Colombo – Area Luna Park)
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11.30 – 13.30 APERTURA ZONA CAMBIO UOMINI (Parcheggio tra Via Vespucci e Via Colombo – Area Luna Park)
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GADDONI PAOLO- Messaggi : 426
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Re: [Duathlon Sprint] - CAMPIONATO ITALIANO DUATHLON - Riccione - Sabato 18 Marzo 2017 - CAMPIONATO SOCIALE
1) pasquale cerone
Paco- Messaggi : 7
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Re: [Duathlon Sprint] - CAMPIONATO ITALIANO DUATHLON - Riccione - Sabato 18 Marzo 2017 - CAMPIONATO SOCIALE
2) Luca Cavina
LucaCavoCavina- Messaggi : 237
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Re: [Duathlon Sprint] - CAMPIONATO ITALIANO DUATHLON - Riccione - Sabato 18 Marzo 2017 - CAMPIONATO SOCIALE
3)Daniela Martelli
dani99- Messaggi : 111
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Re: [Duathlon Sprint] - CAMPIONATO ITALIANO DUATHLON - Riccione - Sabato 18 Marzo 2017 - CAMPIONATO SOCIALE
4) Venturelli Veronica
5) Giacomo Magnani
5) Giacomo Magnani
GiacomoMagnani- Messaggi : 26
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Re: [Duathlon Sprint] - CAMPIONATO ITALIANO DUATHLON - Riccione - Sabato 18 Marzo 2017 - CAMPIONATO SOCIALE
6) Gaddoni Antonio
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7) Franco Marzetti
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Re: [Duathlon Sprint] - CAMPIONATO ITALIANO DUATHLON - Riccione - Sabato 18 Marzo 2017 - CAMPIONATO SOCIALE
otto) il Maestro...
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Carlo DF- Messaggi : 270
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Re: [Duathlon Sprint] - CAMPIONATO ITALIANO DUATHLON - Riccione - Sabato 18 Marzo 2017 - CAMPIONATO SOCIALE
Pietro Peluso
Pietrop70- Messaggi : 51
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Re: [Duathlon Sprint] - CAMPIONATO ITALIANO DUATHLON - Riccione - Sabato 18 Marzo 2017 - CAMPIONATO SOCIALE
10) Paolo Gaddoni
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Re: [Duathlon Sprint] - CAMPIONATO ITALIANO DUATHLON - Riccione - Sabato 18 Marzo 2017 - CAMPIONATO SOCIALE
11) Pesci Maurizio
Mauriziopesci- Messaggi : 30
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Re: [Duathlon Sprint] - CAMPIONATO ITALIANO DUATHLON - Riccione - Sabato 18 Marzo 2017 - CAMPIONATO SOCIALE
12) Poggi Marco
Marco Poggi- Messaggi : 16
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Re: [Duathlon Sprint] - CAMPIONATO ITALIANO DUATHLON - Riccione - Sabato 18 Marzo 2017 - CAMPIONATO SOCIALE
13) Franzoni Andrea
Andrea Franzoni- Messaggi : 8
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Re: [Duathlon Sprint] - CAMPIONATO ITALIANO DUATHLON - Riccione - Sabato 18 Marzo 2017 - CAMPIONATO SOCIALE
14) Fiorenzo Rinaldi
RINALDI FIORENZO- Messaggi : 146
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Re: [Duathlon Sprint] - CAMPIONATO ITALIANO DUATHLON - Riccione - Sabato 18 Marzo 2017 - CAMPIONATO SOCIALE
15) Martini Marco
Clavio- Admin
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Re: [Duathlon Sprint] - CAMPIONATO ITALIANO DUATHLON - Riccione - Sabato 18 Marzo 2017 - CAMPIONATO SOCIALE
REGOLARIZZATE LE ISCRIZIONI DI QUANTI SI SONO ISCRITTI FINO AD ORA.
Si può procedere al pagamento delle relative quote (€ 40 a testa) tramite bonifico nel conto corrente Imola Triathlon, altrimenti alla prima occasione utile a Paolo Gaddoni oppure Clavio Righini
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GADDONI PAOLO- Messaggi : 426
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Età : 57
Re: [Duathlon Sprint] - CAMPIONATO ITALIANO DUATHLON - Riccione - Sabato 18 Marzo 2017 - CAMPIONATO SOCIALE
La nemesi ha avuto infine il sopravvento…
Come molti sanno, sono anni che vado ovunque dileggiando il duathlon e chi lo pratica, disegnandolo come una disciplina intrinsecamente “monca”.
Il fatto è che snaturare la fulgida triade “nuoto-bici-corsa” mi è sempre parsa una pratica sdilinquita e innaturale che corrompe l’irraggiungibile perfezione del triathlon.
Questa convinzione è risultata più volte sgradita a chi invece considera favorevolmente il duathlon come attività gemella al triathlon, col vantaggio in più di poter essere praticata anche in loco lontano dall’acqua e in qualsiasi stagione dell’anno. Visioni opposte su cui la mia inclinazione da sofista mi indurrebbe ad indugiare, ma su cui invece non mi dilungo, prendendo ormai atto di una differenza d’opinione che pare una sorta di divergenza di natura.
Ciò nonostante, a dispetto delle mie argomentate convinzioni, ho deciso di partecipare per la prima volta a una gara di duathlon per non dover ammettere ad un più attento interlocutore di non aver mai provato a fare una gara e non essere così screditato per mancanza di esperienza sul campo.
Da qui, preso da un impulso irrefrenabile e un po’ contro-natura (almeno la mia), ho fatto il passo e a Riccione la settimana scorsa ho partecipato al mio primo duathlon, gara peraltro di campionato italiano.
La prima sensazione giunto nei pressi della partenza in quel di Riccione è stata che avere il mare così vicino e non nuotare era proprio come avere un prurito e non grattarsi, ma a parte questo tutto somigliava a una gara di triathlon: il pacco gara, la zona cambio, il briefing, l’attesa della partenza.
Ma già in zona cambio il diverso spessore della gara era evidente, come denunciava il fatto che l’unico componente oltre alla bici da posizionare erano le sole scarpe da bici… era proprio un’apparecchiatura frugale, non servivano occhialini e tanto meno la muta. Le ciabatte ai piedi non le avevo perché già si indossano le scarpe da runnung… insomma tanta roba in meno da gestire il ché denotava la più grossolana semplicità della cosa.
Con la chiamata in batteria la cosa però si è fatta più seria e per l’appunto proprio sulla partenza una nota è d’obbligo: nel triathlon partire con l’acqua è un po’ come stemperare in un liquido refrigerante la fase di avviamento di un motore già troppo caldo per le forti sollecitazioni che subisce. L’acqua raffredda gli animi e fa rinsavire dalla foia che annebbia. Ma nel duathlon questo effetto refrigerante manca, e le temperature rimangono alte e danno subito alla testa. Così ho visto i mie compagni e tutti gli altri, sbuffare, nitrire e scartare di lato come nemmeno i cavalli davanti al canapo di Siena osano fare!
Tutti con occhio pallato a cercare di non calar di passo, tutti di corsa idrofobicamente proiettati verso la zona cambio per ghermire la bici con colpo rapace e martoriarla a suon di pedalate. Insomma un clima da battaglia da cui giocoforza se ci sei in mezzo vieni sopraffatto e così è stato anche per me.
Partito con ritmo al di sopra del mio normale regime e non riuscendo a rallentare sono anche io arrivato sulla bici con una sola idea in testa, quella di colmare lo svantaggio con i compagni che mi precedevano di poche decine di metri. E in questa inumana condizione ero in buona compagnia a giudicare dall’aspetto dei due loschi figuri che pedalavano con me con fare alienato, altrettanto animati dalla necessità urgente di chiudere il buco tra noi e quelli davanti. Il buco, no… in quello stato, in quei momenti il buco in bici è una condizione intollerabile, non sia mai detto che non lo si riesca con furia idrofoba a colmare!
E così pedalata dopo pedalata, col fiato grosso e lo sguardo ormai fisso solo sulla prima ruota visibile davanti, senza più sbattere nemmeno le ciglia per timore di perdere l’obiettivo, senza ingerire sufficienti liquidi per favorire le sinapsi, senza aver più nulla a che fare con l’umana condizione, ormai trasfigurati in furia cieca, ecco che in tre tenevamo un passo grazie al quale ci avvicinavamo minacciosi al gruppo che ci precedeva ed ogni metro era un metro aspramente guadagnato, era come uno sbarco sotto il fuoco nemico... manco in Normandia!
Ma a gran velocità si avvicinava a mia insaputa anche il momento della rivalsa del duathlon su tutte le mie denigratorie dissertazioni, di lì a poco i conti si sarebbero pareggiati.
Proprio come quando una curiosa serie di eventi conduce verso un epilogo che pare compensatorio delle ingiurie subite, così lo spirito del duathlon con vendicativa soddisfazione si preparava a compiere la sua grave vendetta in nome delle scorrettezze da me subite.
Giunto alla piccola rotonda che inverte il senso di marcia con un’inversione a U il destino era ormai segnato: il brusco spostamento all’interno per piegare sulla curva, la ruota anteriore che troppo sollecitata esaurisce tutte le sue energie e non tiene l’attrito con la strada, la sabbiolina ridente alleata del duathlon, l’attimo che ti scorre contro ed ecco che tutti gli elementi si erano dati appuntamento in quel punto, in quel momento e con lo stesso intento: farmi strisciare sull’asfalto come a imporre un pentimento per le mie improbe esternazioni sul duathlon.
Ma non posso dire nulla, ci sta, sul campo di gara è legittimo contrastare al meglio l’avversario per cui non posso che rendere onore al duathlon che ha efficacemente colto la prima occasione per atterrarmi.
Ma così come a Riccione sono rimontato in sella per tagliare nonostante tutto il traguardo, con lo stesso cipiglio dico… alla prossima!
Come molti sanno, sono anni che vado ovunque dileggiando il duathlon e chi lo pratica, disegnandolo come una disciplina intrinsecamente “monca”.
Il fatto è che snaturare la fulgida triade “nuoto-bici-corsa” mi è sempre parsa una pratica sdilinquita e innaturale che corrompe l’irraggiungibile perfezione del triathlon.
Questa convinzione è risultata più volte sgradita a chi invece considera favorevolmente il duathlon come attività gemella al triathlon, col vantaggio in più di poter essere praticata anche in loco lontano dall’acqua e in qualsiasi stagione dell’anno. Visioni opposte su cui la mia inclinazione da sofista mi indurrebbe ad indugiare, ma su cui invece non mi dilungo, prendendo ormai atto di una differenza d’opinione che pare una sorta di divergenza di natura.
Ciò nonostante, a dispetto delle mie argomentate convinzioni, ho deciso di partecipare per la prima volta a una gara di duathlon per non dover ammettere ad un più attento interlocutore di non aver mai provato a fare una gara e non essere così screditato per mancanza di esperienza sul campo.
Da qui, preso da un impulso irrefrenabile e un po’ contro-natura (almeno la mia), ho fatto il passo e a Riccione la settimana scorsa ho partecipato al mio primo duathlon, gara peraltro di campionato italiano.
La prima sensazione giunto nei pressi della partenza in quel di Riccione è stata che avere il mare così vicino e non nuotare era proprio come avere un prurito e non grattarsi, ma a parte questo tutto somigliava a una gara di triathlon: il pacco gara, la zona cambio, il briefing, l’attesa della partenza.
Ma già in zona cambio il diverso spessore della gara era evidente, come denunciava il fatto che l’unico componente oltre alla bici da posizionare erano le sole scarpe da bici… era proprio un’apparecchiatura frugale, non servivano occhialini e tanto meno la muta. Le ciabatte ai piedi non le avevo perché già si indossano le scarpe da runnung… insomma tanta roba in meno da gestire il ché denotava la più grossolana semplicità della cosa.
Con la chiamata in batteria la cosa però si è fatta più seria e per l’appunto proprio sulla partenza una nota è d’obbligo: nel triathlon partire con l’acqua è un po’ come stemperare in un liquido refrigerante la fase di avviamento di un motore già troppo caldo per le forti sollecitazioni che subisce. L’acqua raffredda gli animi e fa rinsavire dalla foia che annebbia. Ma nel duathlon questo effetto refrigerante manca, e le temperature rimangono alte e danno subito alla testa. Così ho visto i mie compagni e tutti gli altri, sbuffare, nitrire e scartare di lato come nemmeno i cavalli davanti al canapo di Siena osano fare!
Tutti con occhio pallato a cercare di non calar di passo, tutti di corsa idrofobicamente proiettati verso la zona cambio per ghermire la bici con colpo rapace e martoriarla a suon di pedalate. Insomma un clima da battaglia da cui giocoforza se ci sei in mezzo vieni sopraffatto e così è stato anche per me.
Partito con ritmo al di sopra del mio normale regime e non riuscendo a rallentare sono anche io arrivato sulla bici con una sola idea in testa, quella di colmare lo svantaggio con i compagni che mi precedevano di poche decine di metri. E in questa inumana condizione ero in buona compagnia a giudicare dall’aspetto dei due loschi figuri che pedalavano con me con fare alienato, altrettanto animati dalla necessità urgente di chiudere il buco tra noi e quelli davanti. Il buco, no… in quello stato, in quei momenti il buco in bici è una condizione intollerabile, non sia mai detto che non lo si riesca con furia idrofoba a colmare!
E così pedalata dopo pedalata, col fiato grosso e lo sguardo ormai fisso solo sulla prima ruota visibile davanti, senza più sbattere nemmeno le ciglia per timore di perdere l’obiettivo, senza ingerire sufficienti liquidi per favorire le sinapsi, senza aver più nulla a che fare con l’umana condizione, ormai trasfigurati in furia cieca, ecco che in tre tenevamo un passo grazie al quale ci avvicinavamo minacciosi al gruppo che ci precedeva ed ogni metro era un metro aspramente guadagnato, era come uno sbarco sotto il fuoco nemico... manco in Normandia!
Ma a gran velocità si avvicinava a mia insaputa anche il momento della rivalsa del duathlon su tutte le mie denigratorie dissertazioni, di lì a poco i conti si sarebbero pareggiati.
Proprio come quando una curiosa serie di eventi conduce verso un epilogo che pare compensatorio delle ingiurie subite, così lo spirito del duathlon con vendicativa soddisfazione si preparava a compiere la sua grave vendetta in nome delle scorrettezze da me subite.
Giunto alla piccola rotonda che inverte il senso di marcia con un’inversione a U il destino era ormai segnato: il brusco spostamento all’interno per piegare sulla curva, la ruota anteriore che troppo sollecitata esaurisce tutte le sue energie e non tiene l’attrito con la strada, la sabbiolina ridente alleata del duathlon, l’attimo che ti scorre contro ed ecco che tutti gli elementi si erano dati appuntamento in quel punto, in quel momento e con lo stesso intento: farmi strisciare sull’asfalto come a imporre un pentimento per le mie improbe esternazioni sul duathlon.
Ma non posso dire nulla, ci sta, sul campo di gara è legittimo contrastare al meglio l’avversario per cui non posso che rendere onore al duathlon che ha efficacemente colto la prima occasione per atterrarmi.
Ma così come a Riccione sono rimontato in sella per tagliare nonostante tutto il traguardo, con lo stesso cipiglio dico… alla prossima!
Carlo DF- Messaggi : 270
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