Il prosciutto di Faenza, una nuova DOP
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Il prosciutto di Faenza, una nuova DOP
Il prosciutto di Faenza – una nuova DOP
E’ da tempo purtroppo che sul prosciutto nutro grosse riserve, spesso mi è capitato che la qualità non sia quella attesa e anche le marchiature DOP o IGP ormai non sono più una garanzia come sostengono i più.
Forse il mio è un giudizio troppo severo che rasenta lo snobismo culinario, ma troppo spesso mi sono trovato di fronte un piatto di blasonato prosciutto, sulla carta prestigioso e succulento, che però non ha saputo esaudire le attese, e questo sia che si parli di Parma, del Friuli, di Modena, della Valle d'Aosta, di Carpegna o di Norcia. Nessuno di questi è spesso esente da pecche che ne adombrano il prestigio e solo raramente soddisfano pienamente come dovrebbero. E questo è per me un tale deterrente che spesso rinuncio al prosciutto per non patire la delusione di non trovarlo di mio gusto.
Ma per fortuna un’alternativa l’ho trovata! Ed è una mano santa! Si tratta del proscritto di Faenza, meno famoso ma che a differenza dei prosciutti più quotati non tradisce mai, è sempre ottimo, gustoso e profumato.
Ottimo perché è il simbolo di un premio dato all’ottima squadra dell’ImolaTriathlon per la sua folta, allegra e qualificata partecipazione.
Gustoso, in quanto l’affettato di Faenza proprio in virtù delle modalità con cui è maturato acquisisce un aroma particolare e insostituibile: che a Faenza domini la compagine imolese assume infatti un significato simbolico che dona al prosciutto un aroma fragrante e piccantino, offrendo un gusto più sapido e accattivante.
Profumato perché da questo pregiato salume, che vanta una tradizione millenaria, scaturiscono aromi di intensità celestiale, frutto e testimonianza di capacità fuori dal comune.
E allora anche quest’anno ritagliamoci tutti un momento di puro piacere degustando il prosciutto di Faenza! Affettato a mano con lama corta o lunga, su presa salda di una morsa a violino, dove la morsa è quella di squadra e il violino è quello le cui note sentirete suadenti all’assaggio.
Infine, consiglio a tutti noi di arieggiate di tanto in tanto la bici e le scarpe, quando le giornate sono belle e asciutte, così da poter sentire ancora quel profumo inebriante che solo un prosciutto di Faenza sprigiona durante la stagionatura per l’anno a venire.
E’ da tempo purtroppo che sul prosciutto nutro grosse riserve, spesso mi è capitato che la qualità non sia quella attesa e anche le marchiature DOP o IGP ormai non sono più una garanzia come sostengono i più.
Forse il mio è un giudizio troppo severo che rasenta lo snobismo culinario, ma troppo spesso mi sono trovato di fronte un piatto di blasonato prosciutto, sulla carta prestigioso e succulento, che però non ha saputo esaudire le attese, e questo sia che si parli di Parma, del Friuli, di Modena, della Valle d'Aosta, di Carpegna o di Norcia. Nessuno di questi è spesso esente da pecche che ne adombrano il prestigio e solo raramente soddisfano pienamente come dovrebbero. E questo è per me un tale deterrente che spesso rinuncio al prosciutto per non patire la delusione di non trovarlo di mio gusto.
Ma per fortuna un’alternativa l’ho trovata! Ed è una mano santa! Si tratta del proscritto di Faenza, meno famoso ma che a differenza dei prosciutti più quotati non tradisce mai, è sempre ottimo, gustoso e profumato.
Ottimo perché è il simbolo di un premio dato all’ottima squadra dell’ImolaTriathlon per la sua folta, allegra e qualificata partecipazione.
Gustoso, in quanto l’affettato di Faenza proprio in virtù delle modalità con cui è maturato acquisisce un aroma particolare e insostituibile: che a Faenza domini la compagine imolese assume infatti un significato simbolico che dona al prosciutto un aroma fragrante e piccantino, offrendo un gusto più sapido e accattivante.
Profumato perché da questo pregiato salume, che vanta una tradizione millenaria, scaturiscono aromi di intensità celestiale, frutto e testimonianza di capacità fuori dal comune.
E allora anche quest’anno ritagliamoci tutti un momento di puro piacere degustando il prosciutto di Faenza! Affettato a mano con lama corta o lunga, su presa salda di una morsa a violino, dove la morsa è quella di squadra e il violino è quello le cui note sentirete suadenti all’assaggio.
Infine, consiglio a tutti noi di arieggiate di tanto in tanto la bici e le scarpe, quando le giornate sono belle e asciutte, così da poter sentire ancora quel profumo inebriante che solo un prosciutto di Faenza sprigiona durante la stagionatura per l’anno a venire.
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